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Il divieto d'emigrazione dagli stati tedeschi
emigranti
La risposta alla propaganda d'emigrazione fu così grande che alcuni sovrani tedeschi si vedevano costretti di emanare divieti contro l'emigrazione, perché temevano un tale esodo e quindi uno spopolamento con conseguente riduzione degli introiti derivanti dalle tasse (dal 1514 - 1806 il diritto di libera circolazione nel Sacro Romano Impero della nazione tedesca era permesso solo all'interno dei suoi confini).
I governanti della Prussia, della Francia, della Spagna, della Sassonia, della Baviera, del Palatinato e dell'Austria negli anni dopo il 1750 intensificarono le misure contro l'emigrazione.
arcivescovo Johann IX. di Treviri
Così Johann IX, l'arcivescovo cattolico di Treviri, decretò il 28/4/1763 il divieto d'emigrazione, sostenendo che la partenza delle famiglie era dovuta all'istigazione di persone cattive. Quelli che si sarebbero trasferiti cercando la loro fortuna nei nuovi paesi, violando così il loro dovere di sudditi, dovevano essere puniti.
berlina
Così i
sudditi che tentavano di emigrare dovevano aspettarsi la confisca di
tutti i beni e punizioni corporali.
I reclutatori invece furono minacciati
con la perdita dei loro beni e l'espulsione dall'arcidiocesi a vita.
Ma prima di essere espulsi dovevano essere esposti pubblicamente per
alcune ore alla berlina con un cartello intorno al collo
con la scritta: "seduttore
di sudditi". In casi particolarmente gravi poteva essere inflitta
ed eseguita la pena di morte.
Invece il divieto d'emigrazione dal governo del Palatinato del 29 aprile 1766 si differì da altri divieti d'emigrazione, dal momento che “metteva in guardia” gli emigranti dai pericoli e le difficoltà che avrebbero affrontato nella terra straniera.
emigranti
Il Palatinato ha dovuto sopportare, già dal 1709, significative perdite di popolazione a causa dell'emigrazione. Entro la metà del 18° secolo da 12.000 a 15.000 persone lasciarono il paese verso il Nord America.
Di fronte a questa significativa perdita, il governo del Palatinato aveva già decretato un primo divieto d'emigrazione il 27 Febbraio 1764 che era diretto esplicitamente ai reclutatori russi. Tanto che quelli che entravano nel Palatinato dovevano essere arrestati e interrogati.