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Gli insediamenti tedeschi nella zona del Mar Nero

La 2^ Guerra Mondiale

soldati rumeni
soldati rumeni

La 2^ Guerra mondiale significò la fine definitiva dei coloni tedeschi in Russia.

Dopo l'attacco della Germania Hitleriana all'Unione Sovietica, il 22 giugno 1941, i tedeschi del Mar Nero finirono tra i fronti di due sistemi totalitari. Dovettero, come minoranza etnica, superare la prova più difficile della loro storia e della loro esistenza, che hanno pagato con un gran numero di vittime.

La guerra della Germania contro l'Unione Sovietica, per Stalin fu motivo per decidere la sorte della minoranza tedesca dell'Unione Sovietica. La stragrande maggioranza dei tedeschi fu deportata in zone remote del paese, nei cosiddetti villaggi speciali, e utilizzata ai lavori forzati (Trudarmee1). Tanto la deportazione quanto il lavoro forzato fecero molte vittime.

1941: una truppe di carri armati tedeschi 
attraversa un villaggio russo
1941: una truppe di carri armati tedeschi
attraversa un villaggio russo

In seguito alla rapida occupazione del territorio del Mar Nero da parte dalle truppe rumene e tedesche, una parte dei tedeschi del Mar Nero (il 20%) si trovarono momentaneamente sotto la “protezione” del Reich tedesco, cioè quella parte dei tedeschi che le autorità sovietiche non riuscirono ad "evacuare". Così però passarono da un sistema totalitario ad un altro; la "liberazione" dal potere di Stalin li portò sotto una nuova tirannia con una nuova privazione dei diritti e nuove umiliazioni.

Adesso venivano chiamati "Volksdeutsche" (cittadini di etnia tedesca) e vennero classificati secondo le caratteristiche biologico-razziali e politico-razziali e registrati in uno speciale elenco che poi sarebbe servito come base per l'eventuale documento di naturalizzazione. In pratica, ciò significava che gli ebrei, i comunisti, i funzionari sovietici furono "neutralizzati", vale a dire vennero uccisi o portati nei campi di concentramento. Le loro proprietà confiscate fu distribuita ai Volksdeutsche per il "miglioramento della loro posizione”.

Schlacht um Stalingrad
Lo slogan di Hitler
"Combattere fino alla fine amara"
a migliaia di soldati costò la vita

Dopo aver perso la battaglia di Stalingrado (inverno 1942/43), ci fu una svolta: la Wehrmacht tedesca, costretta al ritiro, iniziò l'evacuazione dei tedeschi del Mar Nero (trasferimento amministrativo) che temevano la vendetta dei sovietici e dell'Armata Rossa per aver collaborato col “nemico”. Dovevano essere trasferiti nel Warthegau3 per ripristinare il rapporto etnico (quasi il 50% della popolazione totale era tedesca) del periodo precedente all'acquisizione di questo territorio da parte della Polonia (prima del 1919).

Il Reichsgau Warthegau nel Reich della Grande Germania, 1945
Il Reichsgau Warthegau nel Reich della Grande Germania, 1945

 

profughi
profughi

A causa dei soliti slogan di tener duro, l'ordine di partenza spesso arrivò così tardi che fu possibile solo una fuga precipitosa. Molti tedeschi del Mar Nero lasciarono per la prima volta il luogo d'origine.

Il trasferimento, che riguardava circa 200.000 persone, il 17 luglio 1944 fu terminato. Con questo si concluse la storia delle colonie tedesche nella zona di Odessa sul Mar Nero.

Per approfondimenti clicca qui Il trasferimento dei tedeschi del Mar Nero

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Anmerkungen

1Kulaki è il termine utilizzato nella lingua russa per indicare la classe agiata dei contadini. Kulak, che letteralmente tradotto significa 'pugno' (qualcuno che ha in pugno i suoi possedimenti), fino al 1917 era anche un termine sprezzante per intermediario, usuraio e impostore.
Dopo la rivoluzione di ottobre 1917 e poi nel corso delle politiche di collettivizzazione sotto Stalin, (1928-1933) il significato del concetto "kulaki" divenne un insulto, equiparato con tutti gli "sfruttatori" rurali e liquidato come 'ceto'. Al culmine della collettivizzazione (1932) già piccole proprietà agricole, come ad esempio una mucca o chi occupava braccianti o servi, significava che apparteneva a questa categoria che portò a misure coercitive. Dapprima i kulaki erano più tassati, vennero poi espropriati dei loro averi ed infine deportati in aree deserte o nei Gulag (sistema di repressione che comprendeva campi di lavoro forzato, campi di prigionia, prigioni, luoghi d'esilio). Sono stati perseguiti anche i loro familiari ed il personale al loro servizio.
I kulaki vennero suddivisi in tre categorie: i contadini della prima categoria vennero considerati "elementi controrivoluzionari" che vennero uccisi immediatamente o messi in un campo di lavoro della GPU (servizio di sicurezza dello stato). Le loro proprietà vennero confiscate e i loro famigliari furono deportati.
I kulaki della seconda categoria erano meno 'pericolosi', ma considerati "terribili sfruttatori". Furono espropriati, arrestati e deportati con i loro famigliari in zone remote.
I kulaki della terza categoria erano considerati "fedeli allo stato" e furono espropriati e trasferiti nelle zone più aride dei loro distretti.

2 Trudarmee = Trudarmee = l'esercito di lavoro (russ.: Трудовая армия Trudowaja armija, brevemente трудармия Trudarmija) era una forma militarizzata di lavoro forzato nell'Unione Sovietica, durante e dopo la seconda guerra mondiale, dal 1941 al 1946. Erano principalmente colpiti i tedeschi di Russia, ma anche i Komi ugrofinnici, i rumeni, gli ungheresi e gli italiani.
La maggior parte dei detenuti era innocente e, a causa delle loro origini tedesche, i detenuti vennero impiegati come lavoratori gratuiti e trattati come gli ultimi dei criminali e assassini. La differenza tra la Trudarmee e il carcere era che le persone non venivano rinchiuse ma erano sistemate in una colonia di lavoro. I detenuti che si allontanavano più di 100 metri dalla baracca, venivano fucilati a sangue freddo. Tutti i detenuti erano sotto sorveglianza speciale del NKVD (il Ministero degli Interni dell'URSS) e non potevano lasciare il luogo di residenza senza il permesso del NKVD.
3 Warthegau = (anche Wartheland) denominazione del territorio che prima dell'attacco della Germania alla Polonia, fino al 1939, era territorio polacco. Storicamente il Warthegau consisteva di due parti, ad ovest dalla ex provincia tedesca di Posen (prima del 1919) e ad est le zone polacche intorno a Lodz (prima del 1916 apparteneva alla Russia).
Dopo che questa provincia, nel 1919 con il Trattato di Versailles, fu annessa dalla Polonia, il numero di tedeschi in questa zona diminuì rapidamente, in modo che, all'inizio della 2^ guerra mondiale, era inferiore al 15% della popolazione totale. Il motivo per il calo della popolazione tedesca dopo il 1919 (dal 45% al 15%) è dovuto soprattutto alla politica di omogeneizzazione etnica del dittatore nazionalista polacco Józef Pilsudski. Questo cercò di ridurre drasticamente il numero dei tedeschi, ad esempio con espulsioni di massa verso la Germania, con l'esproprio senza indennizzo soprattutto dei latifondi di nobili tedeschi e con l'insediamento di agricoltori polacchi, con la politica scolastica (solo in lingua polacca) e una varietà di discriminazioni nella vita pubblica.
280.606 polacchi etnici ed ebrei che vivevano nelle aree del Warthegau o della Danzica-Prussiana occidentale, furono cacciati nel Governatorato Generale della Polonia per fare spazio ai tedeschi dal 1939 al 1941. Dopo il marzo 1941 la politica nazista si concentrava sempre di più sull'insediamento della popolazione tedesca nel Warthegau. Per questo vennero insediati una molteplicità di Volksdeutsche (tedeschi del Baltico, tedeschi della Volinia, tedeschi della Bessarabia, tedeschi della Bucovina e tedeschi della Dobrugia) provenienti dal territorio dell'Unione Sovietica e spesso trovarono alloggio nelle fattorie e nelle case dei polacchi precedentemente mandati via.