sei in: tedeschi di Russia > La colonizzazione sotto Elisabetta I

La colonizzazione sotto Elisabetta I di Russia (1741 al 1762)

I coloni militari serbi

Il trattato di Belgrado del 18 settembre 1739 concluse la 7^ guerra russo-austriaca1 (1736-1739). L'Austria perse i territori acquisiti nella pace di Passarowitz del 21 luglio 1718 (nord della Bosnia, Serbia settentrionale, la Valacchia Minore ad eccezione del Banato) che passarono nuovamente agli Ottomani.

Osmanisches Reich 1739
Impero Ottomano dopo il trattato di Belgrado nel 1739
(in verde l'insediamento dei cosacchi dello Zaporižžja)

 

La Russia non riuscì a realizzare la meta desiderata: il libero passaggio delle sue navi nel Mar d'Azov e nel Mar Nero. Solo la fortezza d'Azov e la città Zaporižžja andarono alla Russia.

Cosacco dello Zaporižžja nel 18° secolo
Cosacco dello Zaporižžja
nel 18° secolo

 

Il confine tra l'Impero zarista e l'Impero ottomano solo in pochi luoghi seguì quello naturale. Zone demilitarizzate al Mare d'Azov e lo "Stato dei Cosacchi" dei Cosacchi2 dello Zaporižžja (Zaporižžja = paese dietro le rapide) separavano gli stati nemici. I cosacchi che vivevano al di sotto delle rapide del Dnepr si erano messi sotto la protezione degli zar russi nel 1654.

 

Elisabetta I
Elisabetta I

Per rinforzare il confine a sud, a sud-est ed a sud-ovest del regno, la zarina Elisabetta I seguì l'esempio della precedente zarina Anna Ivanovna, che durante il suo regno (1730 – 1740), per difendere la frontiera meridionale dell'Impero, fece insediare degli slavi ortodossi dei Balcani come "reggimenti di milizia terriera". Questi, in cambio del servizio di milizia, ricevettero del terreno lungo la frontiera, da coltivare per i loro bisogni.

 

Gli ungheresi, nel sostenere l'Austria nella guerra di successione (1740 - 1748) contro la Prussia, chiesero la restituzione delle zone di frontiera tra i fiumi Tibisco e Mureş.

 

l'Ungheria dopo il 1739
l'Ungheria dopo il 1739

 

I serbi, guardie di frontiera che già da molto tempo erano al servizio austriaco per proteggere il confine dagli ottomani, ora erano costretti di diventare sudditi ungheresi se volevano rimanere lì. Solo 50 ufficiali serbi accettarono questa soluzione che comportava la loro ammissione alla nobiltà ungherese.

Coloro che non erano d'accordo dovevano lasciare il paese. Tra di loro c'era Samoilowitsch Ivan Horvath, che nel 1751 si recò all'ambasciata russa a Vienna e richiese per sé e per gli altri serbi l'autorizzazione a stabilirsi in Russia.

invasione turca
invasione turca

Anche se i serbi erano ortodossi e, come guardie di frontiera, avevano nella monarchia austriaca una posizione privilegiata (esenzione fiscale), vennero messi sotto pressione soprattutto dal clero cattolico per convertirsi al cattolicesimo; così che preferirono emigrare.

 

Il 29 dicembre 1751 Elisabetta I di Russia emise un Ukaz3 in cui prometteva agli immigrati terra fertile. In cambio dovevano difendere il confine meridionale dell'Impero Russo contro gli ottomani ed i tartari e bonificare e coltivare la steppa meridionale.

Panduri
Panduri

Samoilowitsch Ivan Horvath in breve tempo raggruppò un reggimento di di ussari4 e panduri5 austriaci, serbi, greci, ungheresi, montenegrini, bulgari, moldavi e valacchi, composti da 218 persone.

Questa miscela di popoli, guidata dal Horvath, divenuto locatore dell'Impero Russo, nel 1751 venne insediata tra i fiumi Dnepr e Buh occidentale sul terreno dei cosacchi della Zaporižžja, sul confine russo-polacco; l’area di insediamento venne chiamata “Nuova Serbia6; capitale della Nuova Serbia divenne Novomirgorod.

Maria Theresia
Maria Theresia

Anche se l'imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1752 aveva emanato un divieto di reclutamento di coloni, l'emigrazione nella Nuova Serbia di serbi e valacchi, chiamata anche “la grande migrazione dei serbi verso la Russia”, continuò comunque fino al 1770.

Nel 1754 la Nuova Serbia contava già 3.989 abitanti, di cui il 75,33% erano rumeni e l’11,56% serbi.

Per proteggere il confine meridionale della Nuova Serbia dagli attacchi ottomani e tartari, nel 1754 in onore della zarina Elisabetta venne fondata la fortezza di Santa Elisabetta (ora Kirovohrad).

In pochissimo tempo nella Nuova Serbia nacquero 50 villaggi, con nomi simili o identici a quelli della patria di provenienza dei coloni.

 

Dal 1753 i nuovi coloni (serbi e romeni) vennero insediati nella “Slavo-Serbia6”, situata a sud del fiume Donetz e ad est dei Cosacchi1 della Zaporižžja. Nel 1755 i coloni erano 1.513.

La Nuova Serbia (a sinistra) e la Slavo-Serbia nell'Ucraina odierna
La Nuova Serbia (a sinistra) e la Slavo-Serbia nell'Ucraina odierna

 

Cosacco dello Zaporizzja
Saporoger Koske

Tra i nuovi coloni ed i cosacchi dello Zaporižžja, che avevano delle inclinazioni libere tartariche, si formarono degli attriti che nel tempo portarono a delle condizioni insostenibili.

Il terreno dei coloni militari fu gestito senza molto successo, poiché il loro lavoro alla frontiera richiedeva troppo tempo.

 

Le frontiere della Russia si spostarono nel tempo verso sud. Nel 1764 gli insediamenti furono trasformati in città e nel 1783 i reggimenti di milizia terriera furono annessi all'esercito regolare e la popolazione serba venne assimilata completamente dalla popolazione russa: così l'esperimento d'insediamento venne chiuso senza molto successo.

barrabarrabarra

zurück 1 weiter

Anmerkungen

1 Guerra russo-austriaca = anche 4^ guerra russo-turca o 7^ guerra turco-austriaca

2 Cosacchi = originariamente abitanti nei territori di frontiera a sud e a sud-est della Russia e della Polonia, guerrieri contro i tartari e gli ottomani. I cosacchi erano soprattutto contadini russi ed ucraini che, a partire dal 15° secolo, fuggirono dalla schiavitù e dalla tasse dei nobili e si insediarono nelle steppe libere del medio e basso Don. Per molto tempo furono indipendenti e solo nel 16° secolo formarono dei regni ai fiumi Dnepr e Don. Si divisero in due gruppi: i cosacchi urbani che si legarono per sempre allo stato di Mosca e vissero nel medio Dnepr: si dedicarono soprattutto alla difesa delle frontiere ed al commercio. L'altro gruppo, i cosacchi dello Zaporižžja, viveva "alla fine delle rapide" del basso Dnepr e aveva il suo centro fortificato (Sitsch) sull'isola di Chortyzja dal 1550 al 1775 circa. Loro basavano la loro sussistenza sulla pirateria fluviale, con le rapine, come mercenari e con un po' di agricoltura. Quasi tutte le altre categorie di cosacchi discendono da loro (compresi i cosacchi del Don, i cosacchi degli Urali).
Nel 1648 i cosacchi dello Zaporižžja in rivolta cercarono di imporsi come stato indipendente di fronte alla Polonia-Lituania, ai tartari della Crimea ed agli Ottomani, tuttavia, passarono gradualmente sotto il dominio degli zar di Russia.
Nel 1775 Caterina II revocò l'autonomia dei cosacchi dello Zaporižžja e nel 18° secolo i cosacchi erano uno status militare privilegiato nella Russia zarista che ricevette, per la protezione delle frontiere, del terreno ai confini del paese. Nel 19° secolo i cosacchi erano frequentemente utilizzati per reprimere le agitazioni interne. Dopo la rivoluzione di ottobre il governo sovietico nel giugno 1918 annullò tutti i privilegi dei cosacchi.

3 Ukaz = denominazione storica per un decreto dello zar

4 Ussari = cavalleria leggera, le cui origini sono da cercare in Ungheria, ma anche in Croazia e in Serbia

5 Panduri = denominazione nel 17° e 18° secolo nel regno asburgico per i soldati della frontiera militare contro l'Impero Ottomano. Erano soprattutto croati, rumeni, ungheresi e serbi. I panduri utilizzavano fucili, sciabole, pistole e lunghi coltelli (yatagan): tutte armi di fattura turca.

6 Le aree della Nuova Serbia e della Slavo-Serbia nel 1764 sotto il governo di Caterina II vennero inglobate nella Gubernija Nuova Russia.