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Romanowka nel Caucaso settentrionale

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Fu poco prima del raccolto del 1914, durante il quale servivano tutte le mani, quando tutti gli uomini vennero chiamati alle armi.

Le grandi sconfitte militari sui fronti della 1^ guerra mondiale, le terribili perdite di vite umane e l'approvvigionamento inadeguato, causarono un pessimo umore tra le truppe russe.

Mentre il resto dell'Impero russo bolliva (Rivoluzione di febbraio, Rivoluzione di ottobre), Romanowka, rispetto ad altri insediamenti tedeschi nella Russia meridionale, mostrò un quadro relativamente tranquillo.

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tedeschi nell'esercito russo
tedeschi nell'esercito russo

Le masserie, con le forze unite di uomini, donne e bambini rimasti, riuscirono a superare la guerra relativamente bene e senza molte restrizioni poterono essere riavviate completamente.

I soldati gradualmente tornarono a casa dal fronte e la vita riprese il suo corso normale.

 

C'erano anche speranze per un ulteriore sviluppo e per una vita comunitaria indisturbata. Purtroppo, ben presto, queste speranze dovevano essere di nuovo abbandonate perché le idee del comunismo, che promettevano fortuna sulla terra, penetrarono velocemente anche nel sud dell'Impero e, nel Caucaso, cominciarono a turbare le anime dei poveri.

 

I servi e le serve, fedeli da molti anni, che venivano relativamente ben pagati e che lavoravano volentieri nelle colonie tedesche, avevano poca comprensione per le "idee della libertà", perché loro stavano bene nelle colonie tedesche.

durante i lavori domestici
durante i lavori domestici

Avevano trovato di che vivere, spesso potevano avere le loro famiglie con loro e in molti casi potevano costruire le proprie case vicino alle colonie.

Tuttavia, questo riguardava i capoccia che servivano da tanto tempo. Ma anche loro piano piano vennero costretti dai cosiddetti commissari, figure oscure, principalmente detenuti fuggiaschi, a prendere parte alla "grande rivoluzione del popolo".

 

consiglio operaio
consiglio operaio

Ovunque, così anche nel volost Olgino, vennero formati i cosiddetti consigli dei lavoratori e soldati (soviet) che cominciarono ad amministrare e "governare" il paese e contro le cui decisioni non era possibile alcun veto.

Annunciarono un tempo glorioso che fosse imminente e che avrebbe creato condizioni felici per la povera gente e si videro già come futuri padroni delle case e fattorie tedesche.

 

kolchoz
kolchoz1

L'espropriazione di tutta la proprietà privata che divenne legge in tutto l'Impero, in Romanowka poté essere evitata solo con un buon accordo con i servi, secondo il quale l'espropriazione venne sostituita, un po' alla volta, con una "divisione volontaria" dei beni, mobili e immobili, ai nullatenenti. A questi nullatenenti appartenevano i braccianti assunti durante la vendemmia, alcuni forestieri, ma anche malfattori girovaghi.

 

combattenti per la libertà
combattenti per la libertà

 

 

I negoziati con i rappresentanti dei "lavoratori" (soviet) erano molto lunghi e difficili e si verificò che dovevano essere interrotti per cacciare con il fucile alcune bande di teppisti, cioè "combattenti per la libertà", recentemente segnalate.

 

 

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Anmerkungen

1 I Kolchoz, di economia collettivista, nacquero dopo il 1917 come cooperative volontarie di contadini, proprietari dei mezzi di produzione usati. La terra divenne di proprietà dello stato che la cedeva gratuitamente in uso permanente al kolchoz. Lo stato acquistava, a prezzi inferiori a quelli del mercato, i prodotti dei kolchoz per poi ridistribuirli in maniera egualitaria. I soci erano retribuiti sulla base delle giornate lavorative svolte; inoltre avevano a disposizione la loro casa e per ogni singola fattoria circa 0,3 ettari di terra ad uso privato ed un po’ di bestiame.
Convincere il contadino ad entrare nel kolchoz e a mettere in comune la sua terra e i suoi strumenti di lavoro non era facile, perché era convinto che la grande azienda e la sua gestione lo riportasse al servaggio, alla condizione di dover lavorare per gli altri e non per se stesso. Poiché l’adesione ai kolchoz saliva molto lentamente lo stato nel 1927 rese obbligatoria la partecipazione ad un kolchoz, causando la deportazione o l'uccisione di milioni di contadini (dekulakizzazione). I primi aderenti ai kolchoz furono i contadini più poveri, mentre i contadini agiati (kulaki) erano abbastanza esitanti e non erano per niente entusiasti della collettivizzazione. Si rifiutavano di entrare nei kolchoz e ne ostacolarono la formazione mediante sabotaggi, incendi dolosi; gli atti di sabotaggio crebbero vertiginosamente, le sommosse e le azioni di guerriglia dovettero essere represse con la forza e con l’impiego dell’armata rossa. I contadini inoltre erano ostili a consegnare il grano e sono arrivati ad abbandonare le semine primaverili e a macellare parte dei loro animali piuttosto che metterli in comune. Questo ha provocato un calo della produzione bovina attorno al 1930. La macellazione dei cavalli ha provocato una riduzione della capacità di traino complessiva e gli allevamenti dimezzati una carenza di generi alimentari e di lana. Per far fronte alla diminuzione della produzione agricola, lo stato iniziò a farsi consegnare una sempre maggiore quantità di prodotti, pagandoli agli stessi prezzi del 1928, mentre nel frattempo il rublo si era svalutato.
Il 1932, anno in cui il raccolto si rivelò cattivo per il secondo anno consecutivo, segnò l’inizio della carestia (Holodomor).