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Gli insediamenti tedeschi nella zona del Mar Nero

(parte 2 di 2)

 

"Via i kulaki!"
manifesto del 1931: "Via i kulaki!"

Negli anni 1929/30, a causa della prosperità delle comunità tedesche, avvenne la cosiddetta dekulakizzazione1 e la formazione violenta dei kolchoz2.

„... La politica dei kolchoz, una battaglia di quattro anni, dal 1928 al 1932, è stata peggio degli oneri di guerra. Da questo fatto furono colpiti 10.000.000 kulaki ..."

Stalin a Churchill in un incontro del 16 agosto 1942
fonte: Winston Churchill: The Second World War: Volume IV – The Hinge of Fate, 1950, 1978. Boston, MA: Houghton Mifflin Company, S.447
Churchill e Stalin a Mosca, 16 agosto 1942
Churchill e Stalin a Mosca, 16 agosto 1942

 

la deportazione
la deportazione

Gli agricoltori, che si opponevano a far parte dei kolchoz, vennero 'trasferiti', cioè deportati.

„.... Molti di loro erano pronti a venire con noi. Ad alcuni di loro venne dato del terreno proprio da coltivare nelle province di Tomsk, Irkutsk in Siberia o anche più a nord.... "

Stalin a Churchill in un incontro del 16 agosto 1942
fonte: Winston Churchill: The Second World War: Volume IV – The Hinge of Fate, 1950, 1978. Boston, MA: Houghton Mifflin Company, S.447
la rivolta contadina
la rivolta contadina

Agli altri contadini venne confiscato il terreno; cavalli, mucche e bestiame dovevano essere sistemate nelle stalle dei kolchoz e i campi dovevano essere lavorati in comune con i macchinari e le attrezzature sequestrate. Molti agricoltori iniziarono a macellare il bestiame, lasciarono i campi incolti e liquidarono le loro fattorie. La perdita del bestiame ammontò a 150 milioni di unità, che era più della metà del patrimonio zootecnico.

la deportazione dei kulaki
la deportazione dei kulaki

Per rompere la resistenza della popolazione agricola contro la collettivizzazione, nei mesi da gennaio ad aprile del 1930 ebbe luogo la prima ondata di deportazione di massa. Fino alla fine del 1930 vennero registrati 700.000 'dekulakizzati' (più di 100.000 erano tedeschi di Russia; solo a Großliebental vennero 'dekulakizzate' 46 famiglie). Nello stesso anno vennero emesso oltre 20.000 condanne a morte e, fino alla fine del 1931, il numero dei 'dekulakizzati' crebbe fino a 1.800.000. Centinaia di migliaia di loro furono deportati nei campi di lavoro forzati. Nel giro di 3 anni circa 300.000 di queste persone morirono di fame, stanchezza e disagi durante le lunghe 'marce della morte'.

la carestia
la carestia

Da queste azioni sistematiche di distruzione non furono colpiti solo gli agricoltori agiati, ma tra i deportati e assassinati ci furono anche ecclesiastici, suore, agricoltori con aziende artigiane, agenti di polizia del regime zarista, commercianti e membri dell'intellighenzia.

Attraverso il caos associato a queste misure e la conseguente rovina dell'agricoltura, negli anni 1932/33 si verificò una grave carestia (Holodomor), che uccise più di 6 milioni di persone; considerando che, invece di sfamare la popolazione, nel 1933 l'Unione Sovietica esportò un totale 18 milioni di quintali di grano.

 

In Germania, questo portò ad una rinascita dell'ente assistenziale 'Brüder in Not' (fratelli in difficoltà), fondata dopo la prima guerra mondiale. Le banche misero a disposizione un conto con l'omonimo nome. Tra i primi donatori ci furono Paul von Hindenburg, Presidente del Reich e Adolf Hitler, cancelliere del Reich, che donarono 1.000 marchi ciascuno. Il governo tedesco fornì come aiuto per gli affamati 17 milioni di marchi. Fino alla fine del 1933 vennero raccolti 500.000 Reichsmark. Ma da agosto del 1933 il governo sovietico rifiutò la donazione e dichiarò che nella URSS non esisteva nessuna fame e la campagna scatenata dalla Germania aveva solo scopi diffamatori.

Charkiv 1933: nessuno presta più attenzione ai cadaveri dei contadini morti per la fame
Charkiv 1933: nessuno presta più attenzione
ai cadaveri dei contadini morti per la fame

L'amministrazione del Commissariato del popolo per gli affari interni sotto la direzione del servizio segreto NKVD minacciò con un'azione immediata che, se "elementi fascisti" avessero distribuito nelle URSS le donazioni provenienti dalla Germania, sarebbero stati puniti come i destinatari degli aiuti. Così, il contadino Sebastian Klein fu giustiziato perché in una petizione alla Germania aveva chiesto aiuto e aveva accettato 49,90 Reichsmark.

 

Memoriale per le vittime dell'Holodomor a Kiev degli anni 1932/1933
Memoriale per le vittime dell'Holodomor
a Kiev degli anni 1932/1933

Il consolato tedesco di Odessa, il 6 dicembre 1933, descrisse nella sua relazione annuale il triste destino dei "kulaki", questi "economicamente e culturalmente preziosi elementi dei villaggi tedeschi nel distretto di questo consolato":

“….. Se non sono morti, deportati o in prigione, hanno un'esistenza triste come braccianti o operai, spesso senza fissa dimora, come "Paßlose" (senza passaporto), un po qui un po la, alla ricerca di un guadagno. L'azione dei "Brèder in Not” (Fratelli in difficoltà) non salverà queste persone dalla rovina....”

 

Durante le repressioni staliniste del 1937/38, diverse migliaia di persone furono arrestate e deportate o torturate nella prigione di Odessa e successivamente fucilate.
> vedi la lista delle esecuzioni

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Anmerkungen

1 Kulaki è il termine utilizzato nella lingua russa per indicare la classe agiata dei contadini. Kulak, che letteralmente tradotto significa 'pugno' (qualcuno che ha in pugno i suoi possedimenti), fino al 1917 era anche un termine sprezzante per intermediario, usuraio e impostore.
Dopo la rivoluzione di ottobre 1917 e poi nel corso delle politiche di collettivizzazione sotto Stalin, (1928-1933) il significato del concetto "kulaki" divenne un insulto, equiparato con tutti gli "sfruttatori" rurali e liquidato come 'ceto'. Al culmine della collettivizzazione (1932) già piccole proprietà agricole, come ad esempio una mucca o chi occupava braccianti o servi, significava che apparteneva a questa categoria che portò a misure coercitive. Dapprima i kulaki erano più tassati, vennero poi espropriati dei loro averi ed infine deportati in aree deserte o nei Gulag (sistema di repressione che comprendeva campi di lavoro forzato, campi di prigionia, prigioni, luoghi d'esilio). Sono stati perseguiti anche i loro familiari ed il personale al loro servizio.
I kulaki vennero suddivisi in tre categorie: i contadini della prima categoria vennero considerati "elementi controrivoluzionari" che vennero uccisi immediatamente o messi in un campo di lavoro della GPU (servizio di sicurezza dello stato). Le loro proprietà vennero confiscate e i loro famigliari furono deportati.
I kulaki della seconda categoria erano meno 'pericolosi', ma considerati "terribili sfruttatori". Furono espropriati, arrestati e deportati con i loro famigliari in zone remote.
I kulaki della terza categoria erano considerati "fedeli allo stato" e furono espropriati e trasferiti nelle zone più aride dei loro distretti.

2 I Kolchoz, di economia collettivista, nacquero dopo il 1917 come cooperative volontarie di contadini, proprietari dei mezzi di produzione usati. La terra divenne di proprietà dello stato che la cedeva gratuitamente in uso permanente al kolchoz. Lo stato acquistava, a prezzi inferiori a quelli del mercato, i prodotti dei kolchoz per poi ridistribuirli in maniera egualitaria. I soci erano retribuiti sulla base delle giornate lavorative svolte; inoltre avevano a disposizione la loro casa e per ogni singola fattoria circa 0,3 ettari di terra ad uso privato ed un po’ di bestiame.
Convincere il contadino ad entrare nel kolchoz e a mettere in comune la sua terra e i suoi strumenti di lavoro non era facile, perché era convinto che la grande azienda e la sua gestione lo riportasse al servaggio, alla condizione di dover lavorare per gli altri e non per se stesso. Poiché l’adesione ai kolchoz saliva molto lentamente lo stato nel 1927 rese obbligatoria la partecipazione ad un kolchoz, causando la deportazione o l'uccisione di milioni di contadini (dekulakizzazione). I primi aderenti ai kolchoz furono i contadini più poveri, mentre i contadini agiati (kulaki) erano abbastanza esitanti e non erano per niente entusiasti della collettivizzazione. Si rifiutavano di entrare nei kolchoz e ne ostacolarono la formazione mediante sabotaggi, incendi dolosi; gli atti di sabotaggio crebbero vertiginosamente, le sommosse e le azioni di guerriglia dovettero essere represse con la forza e con l’impiego dell’armata rossa. I contadini inoltre erano ostili a consegnare il grano e sono arrivati ad abbandonare le semine primaverili e a macellare parte dei loro animali piuttosto che metterli in comune. Questo ha provocato un calo della produzione bovina attorno al 1930. La macellazione dei cavalli ha provocato una riduzione della capacità di traino complessiva e gli allevamenti dimezzati una carenza di generi alimentari e di lana. Per far fronte alla diminuzione della produzione agricola, lo stato iniziò a farsi consegnare una sempre maggiore quantità di prodotti, pagandoli agli stessi prezzi del 1928, mentre nel frattempo il rublo si era svalutato.
Il 1932, anno in cui il raccolto si rivelò cattivo per il secondo anno consecutivo, segnò l’inizio della carestia (Holodomor).